P.Flor. I 2 | ||
Edizione | P.Flor. I 2 |
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Inventario | 11957 | |
Tipologia: | Documentario | |
Luogo di conservazione | Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana | |
Luogo di provenienza | Hermopolis Magna | |
Materiale | Papiro | |
Contenuto recto | Testo documentario | |
Contenuto verso | Testo documentario | |
Datazione | III med. d.C. | |
Data | 265 d.C. | |
Numero dei frammenti | 1 | |
Dimensioni | ca. cm 100 x 25 | |
Contenuto | ||
Note | Papiro acquistato, nel gennaio 1903, da G. Vitelli, con l’assistenza di E. Schiaparelli ed E. Breccia, usufruendo dei contributi messi a disposizione da E. Lattes, P. Villari, P. Bargagli, G. Fortunato, P. e B. Stromboli.Sei pezzi di papiro contenenti dieci colonne di scrittura, più o meno complete, numerate, e frammenti insignificanti dell’undicesima. Documento di straordinario interesse per comprendere quale sia l’autonomia comunale amministrativa, in fatto di liturgie: i komarchai, sotto la propria responsabilità e quella dell’intero villaggio, nominano i loro successori, i toparchai e le altre persone indicate per le liturgie; lo stratego promulga e rende pubbliche le nomine e le comunica ad altri ufficiali dello stato. In ciascuna colonna si distingue: 1) il prosaggelma dei komarchai; 2) l’ordinanza dello stratego collocata nel margine superiore, appositamente lasciato vuoto dagli scribi. In due casi (col II-V e IX-X), una sola ordinanza si riferisce a dichiarazioni di quattro e di due colonne.Le ordinanze dello stratego furono apposte dopo che le singole colonne erano state ordinate e incollate a formare un volume: la scrittura delle ordinanze riferibili a col. II-V e IX-X attraversa ad angolo retto le incollature.Sono visibili kolleseis tra le col. I e II, II e III, III e IV, VI e VII, VII e VIII, IX e X, X e XI. C’erano anche tra col. IV e V, V e VI, VIII e IX, ma non è possibile constatarlo perché manca l’estremo margine destro dell’una e l’estremo margine sinistro dell’altra. Per le coll. V e VI, forse, se ne intravede una traccia nel margine sinistro di quest’ultima. Le ordinanze, compresi i numeri delle colonne, sono tutte della stessa mano, probabilmente quella di uno scrivano di cancelleria.Le dichiarazioni dei komarchai sono di varie mani: si distinguono cinque diversi scrivani. Nelle coll. I, II, IV, V si è conservato il nome di uno di essi: Aurelius Hermesion. A lui si deve anche la col. III. Un altro scrivano ha redatto le col. IX-X, tre altri rispettivamente le coll. VI, VII, VIII. Nulla si può dire con sicurezza dei frammenti della col. XI. All’interno delle dichiarazioni vanno poi distinte le sottoscrizioni e le note di registrazione aggiunte da pubblico ufficiale. Rimangono le sottoscrizioni del komarches Aurelius Dioskoros (rr. 257-258) e di Aurelius Neilos che sottoscrive per il komarches illetterato Aurelius Apion (rr. 258-259); tra le note di registrazione l’annotazione di un hyperets Tyrannos (r. 260) e di un Aurelius Serenos (rr. 37-40). Sottoscrizioni e annotazioni sono presenti anche in altri luoghi.Sul verso di alcuni dei pezzi di papiro ci sono conti di trasporto di derrate.Correzioni: moltissime in BL I 133-134; BL II.2 57 (r. 245).Bibliografia: A. C. Johnson, “Roman Egypt to the Reign of Diocletian”, Baltimore 1936, pp. 616-617, nr. 362 (traduzione col. IV); N. Lewis, “The Compulsory Public Services of Roman Egypt. Second Edition”, Firenze 1997, passim.Riedizioni:W. Chr. 401 (= P. Flor. I 2, col VII).Citazioni: J.D. Thomas, “The Roman epistrategos”,Opladen 1982,p.74 n. 32. | |
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