P.Prag. II 190 | ||
Edizione | P.Prag. II 190 |
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Inventario | Gr. II 105 | |
Tipologia: | Documentario | |
Luogo di conservazione | Praga, Biblioteca Nazionale | |
Luogo di provenienza | (?) | |
Materiale | Papiro | |
Contenuto recto | Testo documentario | |
Contenuto verso | ||
Datazione | VI d.C. | |
Data | - - | |
Numero dei frammenti | - - | |
Dimensioni | 13,5 x 13,5 | |
Contenuto | Federproben und Hypokephal? | |
Note |
Papiro di qualità dozzinale iscritto con una prova di penna, databile al sesto secolo per la forma delle lettere (poche sono quelle riconoscibili): esso è di conformazione circolare e presenta da entrambi i lati delle incollature così evidenti, che soltanto 1-2 mm alla volta del recto non ne sono ricoperti. L’interpretazione dell’uso del pezzo ha trovato pareri discordi. Per Wessely si tratta di un Hypocefalo o tavoletta per la testa (Kopftafel), un disco tondo ricavato da una tela di lino, meno spesso anche di bronzo, papiro o legno, che, soprattutto nel periodo saitico, veniva posto sotto la testa di una mummia. La superficie del dischetto aveva raffigurazioni e brevi iscrizioni, non fissate da un canone, ma variabili da esemplare ad esemplare. Lo scopo della tavola era di destare calore sotto la testa del defunto. Nonostante l’esistenza di materiale da confronto, sono stati suscitati dubbi sulla verosimiglianza di una tale riscostruzione, dato che questi dischi, insieme alla mummificazione, sparirono dal culto dei morti: la mummificazione venne proibita da un editto di Theodosio del 318 d.C., anche se fu ancora effettuata in qualche occasione fino al VI d.C. Una seconda migliore interpretazione proviene dall’osservazione dei copricapi, per i quali venivano impiegati, come materiali o come fodere interne, sia papiro, che carta e pergamena. Questo tipo di cappello era riempito tra il lato esterno e quello interno per mezzo di riempimenti portanti di carta rafforzata. Tra i due fogli di carta, che servivano come rafforzamento del cappello, venivano collocati sottili fili e venivano fissati al centro con trapunti, cosicchè si formava una superficie a coste. Questi cappelli a punta si trovano disegnati, dal X secolo d.C. fino ai dipinti di Raffaello negli Uffizi del XVI d.C. (cfr. H. Grimm, Raphael, Leipzig o.J., Fig. p. 176). Per di più c’è testimonianza del fatto che in Egitto ancora prima dell’uso della carta, si usasse il papiro per corone o copricapi a forma di diadema, ma probabilmente solo quando c’era bisogno di una sostituzione per una corona vera (si veda J. Rea, Papyrus Hats, Proc. XV. Int. Congr. de Papyr. trois. part., Bruxelles 1979, (Pap. Brux. 18), pp. 34 ss.) Copricapi sono venuti alla luce negli scavi in Egitto tra gli altri ritrovamenti di tessuti, ma sono ancora nella loro interezza poco documentati, essendo nella maggior parte dei casi solamente illustrati e sommariamente descritti. In ogni caso è da escludere l’ipotesi che il pezzo sia casualmente rotondo, dato che ai bordi risulta appositamente tagliato in questa forma: potrebbe essere servito come rivestimento interno di un berretto rotondo, anche se mancano i punti di sutura. Da non scartare è anche la possibilità che esso venne così tagliato per rivestire un altro oggetto o per essere usato come foglio interno (per un cestino per esempio). Tuttavia ulteriori spiegazioni rimangono mera speculazione, in quanto il pezzo fu usato per semplici scarabocchi che non contribuiscono ad una migliore comprensione.;; Bibliografia: Gli hypocefali sono dischi rotondi di cartonnage di lino con disegni colorati; tre pezzi sono raffigurati e descritti da W. M. Flinders Petrie, Amulets, London 1914, ristampa Warminster 1972, p. 30, n. 134a-c, datati alla 30 dinastia (IV a.C.). Altri quattro dischi per la testa si trovano in W. Seipel, Ägypten. Götter, Gräber und die Kunst. 4000 Jahre Jenseitsglaube, Vol. 1, Linz 1989, pp. 332 ss., Cat-nr. 502-505. Ulteriore bibliografia sugli hypocefali: Reallexicon der Ägyptische Religionsgeschichte, 1952/1971, ed. H. Bonnet, s.v. Kopftafel; Lexicon für Ägyptologie all’articolo “Kopftafel”. Per i copricapi si vedano: A. Grohmann in: Arabische Paläographie I, Wien 1967, Tav. XVIII 1, copricapi di stoffa con fodera di cartastraccia, che contiene carta del 1078 d.C. La prima raffigurazione di questo oggetto: J. v. Karabacek, “Abendländische Künstler zu Kostantinopel im XV. und XVI. Jh.”, in: Denkschr. d. Akad. d. Wiss. 62, 1, Wien 1918, pp. 75 ss, tavv. 33, 34. Ancora due cappelli con fodera di carta sono raffigurati in: A. Grohmann, From the World of Arabic Papyri, Cairo 1952, Pl. Xb, con righe di scrittura in arabo |
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Ulteriori informazioni: |
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